Alessandro Vantini è regista, attore e scrittore. Ha studiato con Kristin Linklater, Francesca De Sapio, Joseph Ragno, Susan Strasberg, Greta Seacat, Jean Paul Denizon, Tapa Sudana, Yoshi Oida.
Ha debuttato in cinema con Dino Risi nel 1982, in “…e la vita continua”, nel 1984 ha lavorato con Carlo Lizzani in “Nucleo zero” (al Festival di Venezia), poi con Edouard Molinaro in “Un metier de seigneur”, “Figurine” di Giovanni Robbiano, “L’ultima lezione” di Fabio Rosi, “Sandra Kristoff” di Vito Vinci, in “7/8”, di Stefano Landini, (un film su un gruppo jazz durante il fascismo, insieme a Paolo Fresu), “A sud del sud” di Salvatore Metastasio, “Non dimenticare” di Francesco Tota, “Il guardiano del ghiaccio” di Salvatore Metastasio.
Dal 1995 al 1997 ha lavorato nell’opera “Il cavaliere dell’intelletto”, di Franco Battiato, libretto e regia di Manlio Sgalambro, sulla vita di Federico II di Svevia, nel ruolo di Federico II.
In teatro – in breve – ha interpretato Villaggio ne I negri di Genet, Cristiano nel Cyrano, regia di M. Scaparro, Fortunio nel Il candeliere di De Musset, regia di R. Guicciardini, Emone nell’Antigone di Alfieri diretto da Mario Mearelli, Eddie in Hurlyburly, diretto da Francesca de Sapio, Belcredi nell’Enrico IV di Pirandello, regia di Paolo Valerio.
Da Antigone di Sofocle ha tratto il film intitolato “medèn àgan” “nothing beyond measure”,
vincitore di numerosi premi, tra cui – a Civitella del Tronto nel 2022, all’interno del festival organizzato da Imago Film – il premio Sergio Leone per la migliore regia di un film italiano.